Modello educativo

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Il nostro modello educativo e formativo

Desideriamo che, una volta fuori da Tutor, i nostri allievi entrino nel mondo del lavoro e lo facciano da cittadini competenti e consapevoli. Questo è il nostro compito formativo.
Ma dovranno saperlo fare perché vogliono essere e diventare persone compiute e felici. E in ciò è da ricercarsi è il nostro compito educativo.

Dovranno esibire le competenze che la professione richiede, soprattutto nell’ambito dell’innovazione tecnologica e per le prospettive di sviluppo dei settori in cui saranno impegnati; ma i nostri studenti dovranno anche sapere lavorare con altre persone, essere capaci di muoversi negli spazi delle aziende e dei clienti, essere sempre aperti all’apprendimento di nuove conoscenze, e consapevoli del rispetto che le regole del lavoro richiedono: puntualità, correttezza, responsabilità. E questo è il nostro compito didattico.

Abbiamo adottato e stiamo sperimentando un nuovo modello educativo: condividiamo quotidianamente con i genitori i nostri obiettivi formativi, il nostro modo di insegnare, di educare, di verificare quanto i figli imparano, dove desideriamo che arrivino, le loro difficoltà ed i loro successi.

Abbiamo messo in atto un nuovo modello formativo: selezioniamo e coinvolgiamo docenti che lavorano in azienda, che sono professionisti, idraulici, elettricisti, estetiste, parrucchieri, esperti di lavorazioni meccaniche, titolari di impresa.

A loro esplicitiamo il nostro modello formativo per il trasferimento delle loro competenze agli allievi, il nostro modo di insegnare capacità e conoscenze, la modalità per misurare i loro risultati.
E questo ci rende differenti.

Ed ecco il nostro nuovo modello didattico: se l’azienda non va alla scuola, la scuola va in azienda.

E non solo per le lunghe e importanti settimane di stage che in nostri corsisti svolgono nelle imprese.

Abbiamo spostato i luoghi.

Portiamo i nostri ragazzi ad apprendere e lavorare in azienda. I nostri laboratori sono lì, nelle imprese, non più e non solo nelle nostre sedi, e lì i ragazzi apprendono e sperimentano, vedono come gli adulti lavorano, si muovono, parlano e si relazionano.

I nostri modelli formativi, didattici ed educativi sono finalizzati ad affidare ragazzi e ragazze al luogo ed al momento storico che vivono, hanno la funzione di renderli cittadini socialmente attivi.

 

Il modello didattico:
la formazione professionale va in azienda

Abbiamo cominciato a sperimentare nuove forme di gestione dei corsi negli interventi formativi rivolti agli idraulici. In questo caso, l’innovazione consiste nel fatto che il laboratorio di idraulica si trasferisce in azienda e la relazione tra i sistemi istruzione, formazione, mondo del lavoro, trova così il suo “luogo”.

Da tempo le aziende interrogano e richiedono alla formazione che le discipline insegnate siano sempre più adeguate agli standard professionali ed al passo con le nuove tecnologie, ma anche che i ragazzi e le ragazze abbiano competenze relazionali solide (saper lavorare in gruppo, rispetto degli orari, ecc.).

Abbiamo cercato una visione più ampia di modello formativo ed abbiamo studiato e riletto la nostra storia per trovare soluzioni inedite.

Anche noi veniamo da un percorso simile a quello seguito da tante agenzie di formazione, che si è declinato essenzialmente attraverso l’esperienza di laboratori organizzati in “convivenza” con la scuola: occorre riconoscere che si tratta di un rapporto talvolta difficoltoso, giacché dà luogo ad una condivisione strutturalmente problematica di spazi ed attrezzature. Non sempre è possibile, ad esempio, adeguare tecnologicamente materiali e macchinari perché rispondano più compiutamente alle esigenze del mondo del lavoro, laddove questi sono contemporaneamente utilizzati in ambito di istruzione e di formazione professionale.

Proprio partendo da questa nostra storia di condivisione, siamo arrivati a pensare e progettare un nuovo modo di agire la relazione con le aziende: lo spostamento fisico del nostro laboratorio idraulico presso un’impresa.

L’impresa è dunque il luogo della transizione tra il sistema formazione ed il sistema mondo del lavoro, diventa aula e laboratorio, parte fondamentale per un’interazione tra i due sistemi.

La visibilità e gli interessi da parte dei sistemi coinvolti è evidente: da un lato la formazione calibra gli interventi in linearità con i tempi dell’azienda; dall’altro, l’azienda riceve dalla formazione ragazzi e ragazze che hanno già acquisito competenze mirate.

I destinatari dei percorsi (che sono il cardine fondamentale ed il motivo dell’intervento) hanno la possibilità di sperimentarsi e di “stare bene” al lavoro. Hanno l’opportunità di vedere come lavorano gli adulti, i loro modi ed i loro tempi, di indossare gli indumenti ed i dispositivi di protezione individuali che utilizzeranno nel lavoro vero, di usare strumenti, macchinari ed attrezzature tecnologicamente adeguati. Verificano la loro motivazione allo sviluppo delle capacità e competenze proprie della professione che hanno scelto per il loro futuro.